Ogni vvasolo,
scamazzato, sturzellato,
niro ‘e lava, arzo ‘e sole,
lucente e sciuliuso
doppo n’arracquata,
ogni vvasolo
mme parla ‘e te,
mme parla ‘e me,
‘e chello ch’eramo,
Napule mia.
Gianna Caiazzo
3 luglio 2022
Solo un chiacchierìo di uccelli
il cielo sempre più limpido
e ancora infreddolito
sembra coprire gli ultimi sogni.
Il sole appena sveglio
si alza pian piano guardandosi intorno
per vedere se tutto è a posto
Ancora un po’ assonnato, guarda la luna
che si allontana lentamente, come a dire:
“Puoi andare, sono arrivato!”
E la luna pallida
per la lunga notte passata all’addiaccio
si allontana sempre più in fretta
per arrivare in tempo dall’altra parte.
Va via l’odore della notte.
Buongiorno, vita!
Gianna Caiazzo
1984
Amore.
Cado sotto il peso di questa parola
felice di esserne schiacciata.
Negli occhi spenti e nella mente vuota
il bisogno del tuo sorriso
che non voglio per me ma per il tuo viso
che mi scaraventa nel vuoto quando sorride.
Non soffrire mai, neanche per me
non soffrire mai da solo, neanche per me.
Accarezzo col pensiero il tuo volto, la tua rabbia
e la tristezza, che fa male quanto il tuo silenzio
Gianna Caiazzo
1985
(dedicata a Vittorio)
Notte di nuvole ingarbugliate
di finestre spente nel silenzio
di sogni che corrono
portandoti nei luoghi più lontani.
E non ascolti il rumore del vento
che batte forte sui vetri
appannati da un tepore che sfida il freddo.
Le lacrime di pioggia tintinnano sul tetto
ninna nanna per chi è sveglio come me.
Dolce sottofondo ai miei pensieri
il frusciare delle foglie strapazzate
dall’alito freddo di questa notte.
Gianna Caiazzo
1984
Ti incontrai in una pagina della mia vita
che il vento voltò sospingendomi come foglia
lontano, nel mulinello d’una strada d’autunno.
Danzarono le stagioni,
danzarono il ricordo e l’oblio.
Ti cercai.
Ma anche tu come foglia, sospinta lontano dal vento
nel gelido cielo d’inverno,
non c’eri più.
Gianna Caiazzo
21 settembre 2mila9
Dedicata a Titti, scomparsa prematuramente.
Non è aprile, questo, né giugno
né un orologio montato su un palazzo
né una fontana che ci illude per tre giorni
e tanta gente colorata che ha trovato finalmente un’oasi
né il sole che inizia a scagliare sassi
né i riflettori spenti sul palcoscenico della piazza.
Non è aprile né giugno.
E gli abiti mi si sciolgono addosso
mentre un vecchio aspetta alla fermata
che passi la sua diligenza
trainata da cavalli meccanici
e un prete, vestito di nero sotto il sole,
avrebbe voglia di spogliarsi nudo.
Tra i pullman colorati io prendo l’arancione
che mi sta meglio.
“Logorio addio”, me ne vado appena parte.
Non è aprile né giugno.
Gianna Caiazzo
17 maggio 1985
Vincitrice 2° premio Memorial Sparagna 2009
Col silenzio delle foglie
immobili, prive di vento
e le grida della giovinezza
che gioca per strada
nasce dentro gioia e tristezza.
E’ l’aria una calda coperta
che ti avvolge esageratamente
e le cose lontane
sembrano nascoste da un velo.
I raggi stanchi del sole
si diffondono ancora.
Tutto sembra si prepari
per andare in vacanza
mentre io resto a contemplare
questo pomeriggio d’estate.
Gianna Caiazzo
1984